Blog sulle piante da interno

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Edoardo Zanchini, Legambiente: "Nessuna visione italiana per l'energia"

Quinto Conto Energia, decreto rinnovabili, Conto Energia Termico. Tanti dubbi, nessuna strategia

Che gli incentivi alle rinnovabili, sia il fotovoltaico con il Quinto Conto Energia che le altre elettriche con il decreto rinnovabili, siano uno degli argomenti più scottanti di questo periodo ormai si era capito. I decreti sui nuovi incentivi, che non sono ancora stati approvati dal Governo Monti, hanno scatenato una ridda di proteste da parte delle associazioni ambientaliste, di quelle di categoria, degli enti locali riuniti nella Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni che ha strappato a Corrado Passera qualche non meglio precisata modifica ai testi.

Ho avuto il piacere di parlare di tutto questo con Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente nonché responsabile del settore Energia dell'associazione. Con Zanchini abbiamo fatto il punto della situazione energetica italiana che, come scoprirete leggendo o vedendo l'intervista, è profondamente cambiata negli ultimi anni.

Ma, purtroppo, è cambiata senza aver dietro una precisa strategia energetica nazionale che avrebbe potuto evitare eccessi e contraddizioni. Oggi scopriamo un'Italia potenza del fotovoltaico, piena di centrali termoelettriche dal futuro assolutamente incerto, priva di una visione politica sul risparmio energetico e sulle rinnovabili termiche.

Un'Italia che vorrebbe diventare un piccolo Texas dando il via libera alle trivelle sul suolo e nei mari nazionali, senza però sapere realmente quanto sia il petrolio e il gas che potrebbe estrarre. Tutto questo mentre le bollette salgono e non si sa perché. Anzi sì...

L'Alto Adige in estate: turismo sostenibile, salute e natura

Turismo eco sostenibile, in Italia

Nei giorni scorsi sono stato invitato dalla Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige a passare il fine settimana in Val di Funes, a ridosso del Parco Naturale di Puez-Odle (trovate tutte le info sul parco qui). Devo ammettere che è stata una esperienza meravigliosa: lunghissime camminate in mezzo ai boschi, con il rumore dei ruscelli costantemente nelle orecchie e l'aria pulitissima nei polmoni.

Per non parlare dell'ospitalità degli altoatesini, popolo fiero e orgoglioso ma sempre pronto a far festa con un ottimo bicchiere di vino da abbinare agli immancabili canederli. Ma di cibo altoatesino vi parlerò a breve, con un altro album fotografico dedicato alle bontà di questo territorio.

Per ora godetevi le bellezze naturalistiche e, mi raccomando, se vedendo queste foto riuscirete anche solo ad intuire quanto è bello l'Alto Adige in estate allora condividetele: è bene ed è giusto che questa splendida parte d'Italia sia frequentata dai turisti anche quando non c'è neve.

Gli shopper compostabili EN13432 e quelli oxobiodegradabili possono convivere?

Shopper biodegradabili, come la pensa Asso EcoPlast



La settimana scorsa ho parlato di plastica biodegradabile e di plastica compostabile con Francesco degli Innocenti, responsabile Ecologia dei prodotti di Novamont. Una lunga ma interessante intervista dalla quale è emerso che:

  1. L'attuale legge prevede che in negozio si possano vendere solo shopper in plastica compostabile conforme allo standard EN13432, che prevede che la plastica inviata al centro di compostaggio si biodegradi in anidride carbonica (per almeno il 90% del peso totale del sacchetto) in non più di sei mesi
  2. In alternativa si possono vendere sacchetti di plastica tradizionale, ma solo se sono molto spessi: almeno 100 micron se devono contenere prodotti non alimentari, almeno 200 micron se sono destinati agli alimenti
  3. La plastica "oxobiodegradabile", cioè quella tradizionale con gli additivi che velocizzano la biodegradazione, non è consentita e non è considerata compostabile perché non rispetta lo standard EN13432
  4. Anche la plastica compostabile contiene circa il 30-40% di prodotti di raffineria derivati dagli idrocarburi, ma questa quota si degrada comunque entro i sei mesi previsti dallo standard
  5. Il vero compostaggio, quello realmente efficiente, si ottiene solo negli impianti di compostaggio comunali o provinciali. Nelle compostiere domestiche la biodegradazione dei sacchetti compostabili è molto più lenta
Dopo aver pubblicato quell'intervista ho ricevuto una richiesta di replica da parte di Asso EcoPlast, che è l'associazione di categoria che riunisce i produttori di plastica oxobiodegradabile, quella tagliata fuori dal mercato dal decreto del marzo scorso.

Più che di replica, in realtà, dovremmo parlare di ulteriori chiarimenti perché la precedente intervista era formalmente corretta ma incentrata solo su un prodotto: il sacchetto compostabile "scelto" dal Governo come l'unico utilizzabile. Asso EcoPlast, invece, si batte affinché siano permessi anche i sacchetti oxobiodegradabili. Seppur con fini e scopi diversi da quelli compostabili.

Di questo ho parlato ieri con Claudio Maestrini, presidente di Asso EcoPlast. Con Maestrini ho parlato, prima di tutto, della risposta del Ministero dell'Ambiente all'interrogazione parlamentare del senatore del PD Francesco Ferrante sugli shopperini. Ferrante chiedeva un parere al Governo sul comportamento di UnionPlast (associazione di Confindustria dei produttori di plastica tradizionale, non oxobiodegradabile né compostabile) che ai suoi associati aveva riferito che anche i sacchetti in normale plastica erano a norma di legge, purché fossero prodotti con una buona percentuale di plastica riciclata.

Da qui siamo partiti, io e Maestrini, per analizzare tutta la questione bioplastiche. Il video dell'intervista è quello che apre questo post, di seguito una traduzione quasi integrale del nostro discorso.

Plastiche biodegradabili, compostabili, EN 13432

Un po' di chiarezza sulle plastiche biodegradabili




Le bioplastiche sono uno degli argomenti più interessanti in fatto di sostenibilità ambientale dei prodotti. Hanno un potenziale di diffusione enorme, vista l'onnipresenza della plastica tradizionale nel packaging di oggi e vista la sgradevolissima tendenza all'overpackaging che si è diffusa da qualche anno.

Negli ultimi mesi, però, parallelamente alla diffusione dell'"argomento bioplastiche" (dovuta alla travagliata approvazione del decreto sugli "shopperini") si è fatta strada anche la "polemica bioplastiche" e si è fatto un gran parlare della biodegradabilità della plastica, specialmente di quella dei famosi "shopperini". Cioè le buste della spesa che prendiamo al supermercato o in bottega quando facciamo la spesa.

Pochi giorni fa, a Milano, si è tenuto il secondo Congresso sul packaging con polimeri biodegradabili. Occasione d'oro per discutere proprio di questi argomenti. Tra i relatori c'era anche Francesco Degli Innocenti, biologo con un passato da ricercatore in Italia e Germania e da parecchi anni responsabile Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont.

Cioè di quella che oggi è la maggiore industria italiana dei biopolimeri, che poi vengono usati per produrre una buona parte dei sacchetti biodegradabili che troviamo nei negozi.

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