Gse: superati i 100.000 impianti fotovoltaici in Italia

Gse: superati i 100.000 impianti fotovoltaici in Italia



In attesa di vedere, anche in Italia, villaggi come quello rappresentato in foto (il solar settlement di Schlierberg, vicino Friburgo in Germania), si iniziano a registrare anche da noi i primi dati interessanti nel settore del fotovoltaico.

Secondo gli ultimi numeri forniti dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse), infatti, tra vecchio e nuovo conto energia sono 100.200 gli impianti fotovoltaici installati e incentivati in Italia. Dal piccolo tetto fotovoltaico ai grandi parchi fotovoltaici industriali, infatti, l'energia elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica continua a crescere.

Ad oggi, siamo a oltre 1.600 MW installati e, secondo le previsioni del GSE, entro la fine dell'anno si arriverà a superare i 2.500 MW. Nel 2011, inoltre, si dovrebbero aggiungere ulteriori 2.000 MW.

In vetta alla classifica delle regioni fotovoltaiche resta la Lombardia, con 15mila impianti, seguita dal Veneto con 11mila impianti e dall'Emilia Romagna con oltre 9mila impianti. Questo per quanto riguarda il numero delle installazioni, mentre se guardiamo alla potenza complessiva installata vince la Puglia, con 320 MW, ma le solite Lombardia ed Emilia Romagna seguono bene con, rispettivamente, 185 MW e 140 MW.

Nei prossimi mesi, infine, grazie al nuovo conto energia che prevede alcuni vantaggi specifici per la sostituzione dei tetti in eternit con pannelli solari, il Gse si aspetta un netto incremento del fotovoltaico integrato in tutto il territorio nazionale ma soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.

Via | GSE
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Sgombri sotto pressione: l'Ue contro le Isole Faroe

Sgombri sotto pressione: l\'Ue contro le isole FaroeSalvate lo sgombro, nobile pesce povero troppo pescato nei mari del nord Europa. E, a proposito di Europa, e di sgombri, l'ultima notizia sulla lotta tra titani tra pesca industriale e Unione Europea viene dall'europarlamento: la Commissione Pesca, infatti, ha infatti criticato aspramente la decisione di Islanda e Isole Faroe di incrementare la pesca dello sgombro nell'Atlantico nord orientale.

Gerard van Balsfoort (esperto olandese del Pelagic Regional Advisory Council), ha mostrato come negli ultimi anni la gestione della pesca in quello specchio di oceano è stata un successo grazie agli sforzi congiunti di Ue e Norvegia. Ora, però, Islanda e Faroe vorrebbero fare da sole, con una decisione unilaterale.

Ma, in realtà, come stanno messi gli stock di sgombri? Ian Gatt (esperto scozzese del Pelagic Regional Advisory Council), ammette che gli sgombri sono abbondanti ma rifiuta la tesi che ciò sia dovuto al riscaldamento globale degli oceani. La salute degli sgombri, secondo Ian Gatt, deriva dalla buona gestione degli ultimi anni. Abbassare la guardia, quindi, sarebbe un errore grave.

Che cosa ci fa Giosuè Marino nel Lombardo Quater?

Giosuè Marino è il nuovo assessore regionale all'Energia e ai Rifiuti siciliano. Il quarto, in appena due anni. E' l'ex prefetto di Palermo e ha ricoperto la stessa carica anche a Messina e Agrigento, solo per restare nell'isola. Poi è stato nominato anche Commissario nazionale antiracket. Insomma, un bel curriculum.

Ma basta a giustificarne la nomina ad assessore regionale? In teoria sì, ma in pratica no. Sia chiaro, Marino è persona di altissimo spessore e questo lo sanno tutti, ma non è quello che serve alla Sicilia in questo momento.


Turanor: il giro del mondo su un catamarano solare



E' partito da Monaco il Turanor, il catamarano svizzero completamente alimentato da pannelli solari che ha intenzione di circumnavigare il globo terrestre in 120 giorni.

Con un equipaggio di sei marinai a bordo, la spedizione vuole sensibilizzare il mondo della nautica (e non solo)
sull'importanza dello sviluppo della mobilità sostenibile e delle fonti rinnovabili.

Il proprietario della barca, l'imprenditore tedesco Immo Ströher, al varo ha affermato:

Vogliamo portare avanti lo sviluppo dell'energia sostenibile in acqua e nelle altre tipologie di mobilità. L'obbiettivo è quello di offrire le soluzioni future per vivere nelle maggiori città e concept di mobilità ambientalmente responsabili

Il catamarano si muove grazie a circa 500 metri quadrati di pannelli solari installati su tutta la sua superficie superiore. Partito da Monaco, si sta dirigendo verso l'Atlantico e farà tappa in numerose metropoli per "farsi vedere e conoscere" dal pubblico: Miami, Cancun, San Francisco, Sydney, Singapore, Abu Dhabi alcune delle città che riceveranno la visita dell'equipaggio del Turanor.

Via | Planet Solar
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Animali e scommesse: due tonnellate di pietra per un cavallo da tiro. Denunciato il proprietario

Animali e scommesse: due tonnellate di pietra per un cavallo da tiro. Denunciato il proprietarioIl proprietario di un cavallo da tiro di razza Percheron, un cittadino di Scicli in provincia di Ragusa, è stato denunciato per maltrattamento di animale.

Avrebbe messo su una assai poco simpatica attività di scommesse che ruotavano intorno l'eccezionale forza del suo cavallo che riesce, a quanto pare, a trainare due tonnellate di pietra. Lo hanno scoperto i carabinieri che, lungo una strada provinciale ragusana, hanno trovato un centinaio di persone intente a "guardare" questa meraviglia della natura che riusciva a spingere sacchi di pietre macinate pesanti, appunto, duemila chili.

Le scommesse, a detta dei carabinieri, erano su quanta strada riuscisse a fare l'animale con quelle pietre attaccate e, per questo, era stata tracciata una bella linea bianca con lo spray nel punto di partenza.

Appena sono arrivate le forze dell'ordine c'è stato il solito fuggi fuggi e i carabinieri hanno potuto denunciare il solo proprietario per maltrattamento. Ma non è detto che finisca qui: per terra sono state trovate delle fialette vuote...

Via | Il Giornale di Ragusa
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Petrolio off shore: la Commissione Ambiente dell'Europarlamento chiede una moratoria

Petrolio off shore: la Commissione Ambiente dell'Europarlamento chiede una moratoriaLa Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, con una votazione svoltasi ieri, ha approvato una risoluzione contro le perforazioni di petrolio off shore. La risoluzione, approvata con 46 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti, passerà all'assemblea la settimana prossima e, se venisse approvata anche dalla plenaria (come di solito accade, visto il voto della commissione) dovrà essere discussa dal Consiglio a metà ottobre.

Il documento votato ieri, in poche parole, chiede una moratoria in tutti i 27 stati membri alle trivellazioni off shore di petrolio e gas naturale in base al principio della "safety first": in attesa che si facciano leggi in grado di garantire effettivamente la sicurezza di queste attività estrattive sarebbe meglio congelarle.

Si tratterebbe, quindi, di prendere atto della pesantissima lezione della Deepwater Horizon e fare in modo che gli standard di sicurezza migliori vengano effettivamente rispettati ovunque si cerca petrolio sul fondo del mare.
La risoluzione, inoltre, chiede una cosa molto appropriata e intelligente: se ci fosse un disastro petrolifero nei mari europei, quale sarebbe la reale capacità di risposta? E poi: quale assicurazione ci sarebbe sul fatto che chi inquina paga ed è legalmente responsabile del disastro?

Domande, a dire il vero, tutt'altro che inutili.

Via | Parlamento Europeo
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Coca Cola verde? Dal 2011 pannelli fotovoltaici sugli impianti italiani

Coca Cola verde? Dal 2011 pannelli fotovoltaici sugli impianti italiani

In attesa di trovare realmente la ricetta della felicità Coca Cola sta cercando anche quella del risparmio energetico e del rispetto dell'ambiente. La notizia, diffusa dalla stessa Coca Cola Hbc Italia, è che a partire dal 2011 l'azienda doterà i suoi otto stabilimenti produttivi in Italia di pannelli fotovoltaici piazzati sui tetti.

L'investimento previsto è di circa 25 milioni di euro e gli impianti fotovoltaici saranno allacciati alla rete nazionale, quindi ci sarà anche una parziale cessione dell'energia prodotta da fonte rinnovabile.

I pannelli solari, in realtà, sono solo un tassello di una strategia di risparmio energetico e ottimizzazione della produzione più ampia. Coca Cola, infatti, da parecchio tempo è accusata di consumare troppa acqua per la produzione delle sue bevande e di consumare troppo vetro e plastica.

Negli ultimi anni, per questo, ha dovuto lavorare parecchio all'alleggerimento delle bottiglie e ha ottenuto qualche risultato positivo: -21% del consumo idrico per l'imbottigliamento di ogni litro di acqua (la Coca Cola Hbc produce anche acqua minerale in bottiglia), -25% per le emissioni di anidride carbonica per litro di acqua imbottigliata e -11% per il consumo energetico per ogni un litro di bevanda prodotta.

A giugno, infine, Coca Cola ha inaugurato, in provincia di Verona, il primo impianto di cogenerazione che dovrebbe abbassare le emissioni di Co2 del 66% e incrementare l'efficienza energetica fino all'83%.

Via | Il Tempo
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Sortir du nucléaire: "Documenti in nostro possesso dimostrano la pericolosità dell'Epr"

Sortir du nucléaire: "Documenti in nostro possesso dimostrano la pericolosità dell'Epr"Sortir du nucléaire torna all'attacco del reattore nucleare Epr: in un comunicato stampa rilasciato oggi l'associazione antinuclearista francese afferma di essere entrata in possesso, ieri, di un documento confidenziale interno ad Edf che dimostrerebbe l'intrinseca pericolosità del progetto dell'Epr.

Sortit du nucléaire, addirittura, afferma che i difetti di progettazione del reattore di Areva potrebbero portare ad un incidente simile a quello di Chernobyl:
Sortir du nucléaire" ha ricevuto questo Lunedì 27 Settembre un documento interno a Edf, che dimostra che la progettazione e realizzazione della copertura del serbatoio di Flamanville sono suscettibili di causare un incidente simile a quello di Chernobyl. Peggio ancora, secondo una nota scritta dal responsabile del dipartimento combustibile nucleare di EDF nel 2001, un incidente tipo Chernobyl è possibile in tutti i reattori nucleari francesi. Epr compreso

I problemi principali sono quelli relativi all'acciaio utilizzato e alle saldature:

Ogm illegale in Friuli: a Fidenato multa da 25.000 euro e distruzione del campo

Ogm illegale in Friuli: a Fidenato multa da 25.000 euro e distruzione del campo


Il Gip di Pordenone ha deciso: il mais ogm seminato da Giorgio Fidenato a Fanna è illegale e per tanto va sequestrato e distrutto. L'agricoltore, poi, avrà una multa da 25.000 euro.

I dettagli della decisione del giudice per le indagini preliminari non sono ancora noti ma, stando a quanto afferma la stampa del nord est, il Gip avrebbe accolto in pieno le tesi del Pm. L'avvocato di Fidenato afferma di sapere del pronunciamento dei Gip ma di non aver ancora ricevuto la notifica e, in ogni caso, annuncia ricorso.

Soprattutto per questioni economiche: facendo ricorso può chiedere che, in attesa di un ulteriore pronunciamento, il mais ogm venga sequestrato e custodito. Fidenato, in pratica, mira ad evitare la distruzione del prodotto geneticamente modificato. Lo spiega lo stesso avvocato, Francesco Longo:

Spero che, in attesa che si concluda l’iter giudiziario, il mais possa essere raccolto e intanto stoccato in un deposito. La prima varietà dovrebbe già essere raccolta, le altre due hanno ancora bisogno di maturare

Esultano, invece, gli ambientalisti: Greenpeace, in una nota diffusa alla stampa, parla di "fine dell'impunità":

Finalmente si riporta la legalità in Friuli e si pone fine a questa incomprensibile dilazione dei tempi, che durava ormai da mesi

La giustizia italiana è lenta, si sa. Molto più veloci, invece, erano stati gli attivisti di Ya Basta che erano riusciti a trovare un altro campo di mais ogm, quello di Vivaro. Una volta trovato, senza aspettare sentenza, lo distrussero provocando una ridda di polemiche.

Via | Greenpeace, Il Messaggero Veneto
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Rifiuti nucleari in Sicilia?

Rifiuti nucleari in SiciliaVi ricordate i famosi 52 siti idonei allo stoccaggio delle future scorie nucleari dell'attualmente fantomatico ritorno italiano al nucleare? Quei siti individuati dalla Sogin che il governo, non sapendo ancora se si andrà a breve alle urne oppure no, sta tenendo strettamente segreti...

Bene, di quella lista di siti di certo c'è che tiene fuori Sicilia e Sardegna. La prima, però, forse le scorie radioattive ce le ha già. E i siciliani ovviamente non lo sanno. L'ipotesi, che gira da qualche anno ed è anche oggetto di una indagine della magistratura, viene riportata a galla da Sicilia Informazioni, una fonte giovane (il giornale ha pochi anni di vita, i giornalisti molti anni di carriera) ma valida.
Le scorie sarebbero sotterrate in una miniera di Pasquasia, a cavallo tra Enna e Caltanissetta. Una miniera di solfati, attiva dagli anni sessanta al 1992 e chiusa praticamente da un giorno all'altro. Il motivo della chiusura, riporta Sicilia Informazioni, potrebbe essere proprio la necessità di nascondere le scorie:

Marisa Laurito con l'Enpa contro la vivisezione



Marisa Laurito "si è data una mossa" in favore degli animali e contro il recente, e assai criticato, regolamento europeo sulla vivisezione. In un video realizzato insieme all'Enpa e a Il Respiro, un progetto ambientalista che vede la partecipazione di diversi vip e che già è arrivato sulla stampa nazionale con l'appello di Giorgia contro la caccia, la Laurito in tre minuti smonta le informazioni-giustificazioni fornite dall'industria del farmaco e dei cosmetici in favore della sperimentazione sugli animali.

Il video, in realtà, non è granchè: la Laurito legge un foglio (neanche troppo complicato, poteva anche impararlo a memoria...) abbastanza efficace e argomentato, seppur sintetico. Tra le ragioni illustrate agli spettatori del video spicca soprattutto l'inutilità della vivisezione: molti esperimenti fatti su cani, gatti, topi, scimmie o altri animali difficilmente si possono ritenere validi, per così dire "copia e incolla", anche per l'uomo.

E, infatti, la sperimentazione sugli animali di solito è il primo passo e poi quella sull'essere umano arriva sempre. Molto più efficace, seppur di poche parole scritte nere su bianco, è il messaggio finale dell'Enpa: cerca di consumare meno farmaci. Aggiungerei, e sottolineerei, meno cosmetici: se per la salute umana, forse, un minimo di sperimentazione sugli animali può avere anche un senso per rossetti, shampoo e balsamo sinceramente è proprio difficile da difendere...

Via | Il Respiro
Video | YouTube

La centrale nucleare galleggiante russa: ecco il video


Vi ricordate il progetto russo di costruire una centrale nucleare trasportabile, piazzata su una nave che può fare il giro del mondo? A quanto pare il progetto va avanti e pure velocemente: pochi giorni fa, infatti, la BBC (e chiedetevi come mai hanno autorizzato la BBC) ha trasmesso un servizio con il quale mostra la famosa centrale. O almeno la nave che la ospita.

Si tratta di un grosso cargo, ormeggiato a San Pietroburgo, modificato e rinforzato per resistere ai ghiacci dell'artico. Una sorta di incrocio tra una nave da trasporto container, una rompighiaccio e, appunto un impianto di produzione di energia da fonte nucleare. Già tempo fa, ho avanzato dubbi sulla sicurezza per l'ambiente di progetti del genere ma oggi, a vedere la centrale nucleare galleggiante quasi pronta me ne viene un altro.

Nel senso che forse nella insicurezza stessa di questo progetto sta tutto il suo senso: immaginate cosa potrebbe succedere se qualche terrorista o "pirata" riuscisse ad abbordare e sequestrare l'impianto galleggiante. Non sarebbe affatto bello né per i russi né per il resto del mondo. Che si fa, allora? Semplice: la si fa scortare dalla marina militare.

Ecco, l'unica immagine che mi viene in mente è proprio questa: una bella centrale nucleare che va in giro per gli oceani, ovviamente passando per le acque internazionali, accompagnata da una decina di mezzi militari. Sono sempre più convinto che questo progetto non sia una buona idea.

Via | BBC
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Un parco fotovoltaico da 5.000 Megawatt?




Avete letto bene: cinquemilamegawatt tutti in un colpo solo. E non è neanche un progettino pazzo di qualche pseudo sviluppatore del sottobosco rinnovabile italiano: al contrario è una vera e propria missione (impossible?) del governo sudafricano che, evidentemente, vuole entrare nel settore delle energie rinnovabili facendo rumore.

Ancora è tutto sulla carta: si sa che dovrebbe sorgere nei pressi di Upington, in una zona semidesertica in cui il sole non manca. Si sa anche che dovrebbe costare qualche spicciolo in più di 20 miliardi di dollari americani. Si sa, infine, che a curare lo studio di fattibilità ci sta pensando la Clinton Climate Initiative.

Quello che non si sa ancora, e che è persino difficile immaginare, è quanto dovrebbe essere estesa l'area coperta dai pannelli solari. Come non si sa dove troveranno tutti i pannelli, visto che non parliamo di una merce talmente abbondante sul mercato.

Non si sa, infine, come questo enorme parco fotovoltaico verrà gestito tecnicamente. Basti pensare alla rete elettrica che servirebbe a smistare tutta quell'energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile. Che dite, metto la tag Greenwashing?

Via | New energy news
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Inquinamento e salute: l'eccesso di PM10 favorisce le trombosi venose

Inquinamento e salute: l\'eccesso di PM10 favorisce le trombosi venoseChe l'inquinamento da polveri sottili (PM10) non facesse bene alla salute lo sapevano già tutti. Fino ad oggi, però, l'attenzione dei medici si era concentrata sulle vie respiratorie e le loro malattie, cancri al polmone compresi.

Adesso arriva un nuovo studio che mette, purtroppo ci sarebbe da aggiungere, altra carne al fuoco. Secondo Andrea Baccarelli, responsabile del Centro di epidemiologia molecolare e genetica del Policlinico di Milano e adjunct professor all'Harvard School of Public Health di Boston, infatti, anche il sistema circolatorio non gode molto con le polveri sottili.

Insieme al centro Trombosi della Fondazione ospedale Maggiore Beccarelli ha analizzato i dati di circa duemila persone arrivando a stabilire una assai probabile correlazione tra PM10 e trombosi venosa profonda. Una brutta bestia di cui potete vedere, anche se probabilmente non capire, una foto in alto a sinistra.

I dati che emergono dallo studio sono abbastanza allarmanti, come conferma lo stesso ricercatore:

Realizzata in Lombardia, coinvolgendo più di duemila persone, l'indagine ha evidenziato che, per ogni aumento di 10 microgrammi di PM10 per metro cubo d'aria, si ha un incremento del 70% del rischio di trombosi

A diffondere questo triste annuncio ci hanno pensato gli zelantissimi aderenti all'associazione Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma che, dopo aver mostrato come l'inceneritore che qualcuno vorrebbe costruirgli in città sorgerebbe a due passi da aziende alimentari come la Barilla, ora saggiamente si chiedono: se già Parma sfora i limiti di PM10 con il solo traffico cittadino, cosa potrebbe accadere se realmente facessero l'inceneritore?

Via | Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti
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Uova e polli: l'Ue vieterà gli allevamenti in batteria

Uova e polli: l\'Ue vieterÃ�  gli allevamenti in batteriaL'Unione europea prenderà a breve, se tutto andrà come previsto, delle misure importanti per il settore avicolo con il divieto di allevare polli e galline in batteria. Tale tipo di allevamento verrà definitivamente abolito il primo gennaio 2012 ma, nel frattempo, la Commissione Agricoltura cercherà di trovare soluzioni per non far pesare troppo questa scelta sugli allevatori.


Come riporta Agricoltura on web, infatti, la Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, presieduta dall'on. Paolo De Castro, si riunirà martedì per discutere della situazione del settore avicolo proprio in vista di questo importante cambiamento. Il nuovo regolamento europeo, infatti, sarà una vera e propria piccola rivoluzione e non sono pochi gli allevatori che temono conseguenze economiche pesanti. Lo ammette lo stesso De Castro:

Le ultime indagini di mercato hanno rivelato le difficoltà dei produttori a convertire questo tipo di allevamenti in sistemi più consoni ai principi del benessere Animale. Nel 2009, infatti, ancora il 71% delle galline era alloggiato in gabbie in batteria e solo il 29% è stato allevato con sistemi alternativi

Al posto delle batterie la nuova normativa europea prevede o l'allevamento a terra, cioè la scelta più naturale ma più difficile e antieconomica per l'allevatore, o le gabbie "arricchite" cioè gabbie più grandi e "comode" per i volatili. Tra le due opzioni, comunque, c'è ancora un abisso.

Via | Agricoltura on web
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StuxNet, il virus dei servizi segreti che manda in tilt le centrali nucleari

StuxNet, il virus dei servizi segreti che manda in tilt le centrali nucleari


La notizia ha dell'incredibile e sembrerebbe di primo acchito una clamorosa bufala. Ma il fatto che l'abbia pubblicata il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung e che, di conseguenza, l'abbiano rimbalzata le agenzie di mezzo mondo sembra dargli credibilità. Ci sarebbe, in giro per i computer delle centrali nucleari di mezzo mondo, un super virus studiato appositamente per bloccare gli impianti nucleari.

StuxNet, così si chiama il virus informatico che a quanto pare è nato per bloccare il programma nucleare iraniano, sarebbe addirittura opera di un non meglio identificato servizio segreto. Così la pensano alla Symantec, azienda che di mestiere fa antivirus. L'ipotesi dei servizi deriva dal fatto che il virus sarebbe molto complesso ed efficace, un lavoro che difficilmente potrebbe realizzare un hacker in garage.

Al contrario sembra un progetto importante, di quelli che costano e che deve valere i soldi spesi. Geopoliticamente, in effetti, un virus del genere vale più dell'oro, più di mille giacimenti di petrolio. Sempre secondo le informazioni che circolano e che riportano i tedeschi, inoltre, StuxNet sarebbe già riuscito a intrufolarsi in alcuni computer di impianti nucleari: il 40% di quelli indiani, il 32% di quelli dell'Indonesia ed il 20% di quelli iraniani.

Paura, speriamo sia una clamorosa fesseria: sa tanto di Wargames.

Via | Faz, Agi
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Il mega salmone ogm "AquAdvantage Salmon" presto sulle tavole degli americani?

Il mega salmone ogm \"AquAdvantage Salmon\" presto sulle tavole degli americani?


La Food and Drug Administration (FDA) americana sta prendendo in considerazione l'ipotesi di permettere l'immissione in commercio dell'AquAdvantage Salmon, un super salmone ogm per l'alimentazione umana prodotto in laboratorio dalla AquaBounty Technologies. I numerosi problemi fisici riscontrati negli esemplari analizzati potrebbero non influire sulla decisione.

Il super salmone ogm è un pesce che cresce il doppio di un salmone normale nella metà del tempo. Ben oltre, quindi, i risultati ottenuti sulla trota dall'Università di Rhode Islands. Una vera pacchia per l'acquacoltura ma un enorme salto nel buio per la salute umana. I "difetti" di questo gigante ogm, infatti, non mancano: malformazioni scheletriche e abnorme crescita della mascella prima di tutto, poi altri difetti "minori".

L'azienda che lo vorrebbe commercializzare, però, si difende affermando che queste malformazioni si manifestano in tutti i pesci cresciuti troppo velocemente, in un certo senso "pompati" con metodi non genetici come l'alimentazione. E la Fda afferma di credere a questa giustificazione.

La cosa ancora più interessante, però, è il fatto che AquaBounty consideri le malformazioni un grande vantaggio: qualora un salmone ogm dovesse riuscire a "fuggire" dall'allevamento entrando in contatto con la natura circostante avrebbe poche possibilità di vivere a lungo e riprodursi, contaminando il genoma delle popolazioni naturali. Come dire: questo salmone si distruggerà automaticamente entro trenta secondi...

Via | Yahoo Green
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Messa in liquidazione Pea, la società dell'inceneritore di Palermo

Messa in liquidazione Pea, la societ�  dell\'inceneritore di Palermo


Palermo Energia Ambiente, la società posseduta che avrebbe dovuto costruire l'inceneritore all'interno della discarica palermitana di Bellolampo, è stata messa in liquidazione. L'assemblea dei soci si è riunita ieri e ha approvato la proposta dei commissari straordinari di Amia (l'azienda di igiene ambientale di Palermo) che, nel luglio scorso, avevano chiesto che si chiudesse anche formalmente con il vecchio piano dei rifiuti voluto da Cuffaro e ormai naufragato.

Pea è un raggruppamento temporaneo di imprese formato al 52% da Falck, Actelios, Epc Sicilia, Emit spa, Consorzio Asi e Safab e per il restante 48% dalla stessa Amia all'indomani dell'approvazione del contestatissimo piano Cuffaro che, nel 2002, impostò tutta la gestione dei rifiuti siciliani su quattro mega inceneritori da tre milioni di tonnellate l'anno. Cioè quanto si brucia attualmente in tutta Italia.

Cuffaro, alla vigilia dell'elezione di Romano Prodi a presidente del Consiglio dei Ministri, temette di essere revocato dalla carica di Commissario straordinario (e quindi gestore de facto) dell'emergenza rifiuti in Sicilia. Per questo trasferì tutta la gestione del sistema ad una agenzia appositamente creata, l'Agenzia regionale rifiuti e acque (Arra) in modo da poter far sopravvivere il suo piano all'alternanza dei governi nazionali.

Nuova strage di balene in Nuova Zelanda



Ennesima strage di balene sulle coste della Nuova Zelanda: circa 75 cetacei si sono spiaggiate sulla sabbia della Spirits Bay, come al solito per motivi tutti da capire. E, ancora una volta, si è scatenata una corsa contro il tempo per salvarle. Ma è difficilissimo e due terzi dei cetacei sono già deceduti.

Ci stanno lavorando in oltre 150: ranger, volontari e persino i maori si sono dati da fare per salvare le ultime 24 balene sopravvissute.

Ma non è affatto facile: oltre al peso degli animali, infatti, i volontari hanno contro un forte vento con raffiche a 100 km l'ora e il mare grosso che schiaffeggia la spiaggia. Si sta cercando di avvicinare le balene ad un fiume che sfocia proprio vicino al luogo dello spiaggiamento.

Non basterà di certo, ma servirà a prendere tempo e a guadagnare qualche ora in attesa che si riesca a spostarle con i mezzi pesanti. In ogni caso, con 24 balene vive su 75, è già una strage.

Via | Mare in Italy
Video | YouTube
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Siti scorie nucleari, Saglia: "Non abbiamo intenzione di decidere oggi"

Siti scorie nucleari, Saglia: \"Non abbiamo intenzione di decidere oggi\"


Il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all'Energia, Stefano Saglia, ribadisce quanto scritto da Berlusconi nella sua lettera di ieri alla Sogin. A margine di un convegno di Confindustria, infatti, Saglia ha confermato che il governo apprezza la lista di 52 possibili siti per il deposito di scorie radioattive ma non ha intenzione di decidere subito:

E' un ottimo lavoro che e' la base di partenza per una decisione che non abbiamo intenzione di prendere oggi anche perche' il documento individua 52 aree; e' un'indicazione per prendere una decisione

Le 52 fortunate location, quindi, per il momento restano solo sulla carta. Di certo c'è che nessuno degli ipotetici siti sarà in Sicilia, probabilmente per questioni sismiche, né in Sardegna, probabilmente per questioni edilizie: ci sono ville troppo belle in Sardegna per metterci accanto un deposito di scorie nucleari.

Scorie che, pensa Saglia, saranno poche e in buona compagnia: accanto al deposito dovrebbe sorgere anche il famoso parco tecnologico:

il deposito avra' con se un parco tecnologico, sara' un luogo vivo, non un cimitero, e dimostrera' che accanto ad un deposito nucleare si puo' vivere e lavorare

A cosa esattamente servirà il parco tecnologico è però chiaro: la tecnologia la importeremo in blocco da Areva con il suo Epr. Che, però, essendo un prototipo probabilmente verrà tenuto sotto osservazione dagli ingegneri nucleari dell'Enea. Per ulteriori informazioni si attendono gli spot.

Via | Wall Street Italia
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Dal vincitore del contest di Peta arriva il Vegan Sex Shop

Dal vincitore del contest di Peta arriva il Vegan Sex ShopVi piacciono i sex shop ma siete andati su tutte le furie a vedere Lady Gaga coperta di fettine, siete integerrimi animalisti e, per di più, vegan? Avete trovato il negozio per voi: The Vegan Sex Shop. L'indirizzo ve lo trovate da soli per questioni di maggiore età.

Il negozio on line di cui sopra è frutto del duro lavoro di Drew Winter, vincitore dell'edizione 2007 del PETA’s Sexiest Vegetarian Next Door. In pratica è un vegan molto figo. Il sex shop di Drew vende solo prodotti cruelty free, di origine non animale e, per di più, devolve il 6% dei ricavi ad iniziative benefiche animaliste. Drew è bello e bravo.

Insomma, per farla corta, il commercio si evolve e i vegan iniziano a pesare anche nello sterminato mercato del sesso e dei suoi derivati. Sex toys, pomate e lubrificanti, candele, lacci e frustini adesso non sono più off limits per chi alla fettina preferisce la zucchina.

Via | Ecorazzi
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Siti nucleari: slittamento perchè non parte l'Agenzia. Berlusconi scrive alla Sogin

Berlusconi scrive alla Sogin


La conferma è arrivata dallo stesso Silvio Berlusconi: l'Agenzia per la sicurezza nucleare è ancora lontana. In una lettera scritta il 17 settembre a Francesco Mazzucca, commissario governativo che regge la Sogin, Berlusconi in qualità di ministro per lo Sviluppo Economico riconosce il lavoro fatto dalla stessa Sogin fino a questo momento ma mette le mani avanti per il futuro.

In pratica, secondo quanto riportano Il Velino e altre agenzie, il premier scrivendo alla Sogin ribadisce che l'Agenzia per la sicurezza nucleare, che è ancora lontana, causerà un "inevitabile slittamento dei termini previsti per l’identificazione delle aree". Aree che dovranno ospitare il deposito permanente dei rifiuti radioattivi e il parco tecnologico nucleare.

Di aree a suo dire idonee la Sogin ne avrebbe già trovate una cinquantina ma, evidentemente, la lista se la dovrà tenere nel cassetto ancora per un po'. Nel frattempo, però, Berlusconi conferma a Mazzucca che si farà una campagna di informazione sul nucleare.

A questo punto si accettano scommesse: arriverà prima la lista dei siti, l'agenzia per la sicurezza nucleare o gli spot in tv?

Via | Il Velino
Foto | Flickr

Bulb Box: all'Ikea ricicli una lampadina a risparmio energetico e te ne danno tre

Bulb box da Ikea


Le lampadine a risparmio energetico sono molto verdi quando le usi ma molto poco verdi quando le devi smaltire: contengono più di un veleno, compreso il mercurio, e per questo sono classificati come i rifiuti elettronici (normativa Raee).

E' per questo decisamente buona l'idea della Bulb Box, cioè una scatola che ti porti a casa e poi, quando l'hai riempita di lampadine a risparmio energetico che non funzionano più, la riporti e te ne danno tre omaggio. Tutto questo grazie ad un accordo tra Ikea, Wwf Italia e il consorzio Raee Ecolight. Al Wwf, tra l'altro, per ogni scatola riportata va un euro di contributo.

Ovviamente la scatola la trovi, e la devi riportare, da Ikea. Probabilmente è l'unica pecca dell'iniziativa visto che i negozi Ikea in Italia sono meno di venti. Se però nessun'altra catena commerciale ha avuto questa sensibilità non ci possiamo fare molto.

Catturare l'anidride carbonica con una spugna di tecno-cristalli?



Dal blog di Sorgenia, azienda che produce energia elettrica da fonte rinnovabile e non, apprendo la curiosa notizia di un recente studio sul Carbon Capture and Storage (CCS), cioè sulle tecnologie in grado di estrarre l'anidride carbonica dai camini delle centrali termoelettriche alimentate da carbone o altri combustibili fossili.

Si tratta di una sorta di spugna fatta di cristalli creati in laboratorio che avrebbero la capacità di catturare una serie di gas, CO2 compresa. Tali gas, in seguito, possono essere rilasciati (si sciacqua la spugna?) e riutilizzati in altri processi industriali. A guidare questo esperimento è stata Deanna D'alessandro, ricercatrice all'università di Sydney, che così descrive il processo:

I cristalli sono composti da fasci di atomi metallici carichi legati tra loro da gruppi di base carbonica. Le strutture molecolari sono simili a quelle delle conchiglie e di microscopiche piante marine dette diatomee. Per questo il nuovo materiale può sostenere l’ambiente umido e caldissimo dei condotti di emissione di una centrale a carbone. Ciò significa che potrebbe essere usato per catturare in maniera reversibile, e poi liberare, la CO2.

Per questa idea la D'Alessandro ha già vinto un premio: i 20.000 dollari del L'Oréal Australia For Women in Science Fellowship che, come dice il nome stesso, è un concorso per donne scienziato sponsorizzato da L'Oreal, la famosa azienda di cosmetici.

In attesa di avere ulteriori riscontri da eminenti chimici e fisici che certamente potranno confermare o smentire le ipotesi della ricercatrice, per precauzione (come sempre accade quando si parla di CCS, concetto nel quale credo assai poco), inserirei la notizia della spugna anti CO2 nella categoria greenwashing.

Via | Efficienza e Sostenibilità
Video | YouTube
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Deep Green, il Kite Gen sottomarino che sfrutta le correnti del mare



Girovagando per internet mi sono imbattuto in un progetto interessante: si chiama Deep Green e lo sta sviluppando la società Minesto che, a sua volta, è uno spin off della ben più nota Saab.

Deep Green assomiglia moltissimo ad un progetto italiano, il tanto amato-odiato Kite Gen, che sfrutta le correnti d'alta quota per produrre energia elettrica tramite dei grossi aquiloni. Il progetto di Minesto, però, fa la stessa cosa sott'acqua con le correnti marine.

L'aquilone viene sostituito da una sorta di tavola da surf che, grazie ad un piccolo timone, viene fatta girare con il classico movimento a forma di otto. L'apparecchio è collegato ad una turbina che trasforma l'energia cinetica generata in elettricità. Il tutto, come facilmente si può capire, è 100% rinnovabile e a zero CO2.

Secondo l'azienda, Deep Green è vantaggioso sia nei confronti delle normali turbine sottomarine che del grande eolico off shore. E' decisamente più piccolo di entrambi, infinitamente più economico (anche e soprattutto grazie a bassi costi di montaggio) e ha un impatto ambientale assai ridotto.

Certo, probabilmente avrà bisogno di un fondale completamente piatto o quasi ma il mare è grosso...

In attesa che il progetto si riveli economicamente vantaggioso e fattibile, non resta che aspettare e vedere come si sviluppa. Immagino che, se non è ancora arrivato, a breve spunterà qualcuno che lo vorrà bloccare perchè questo piccolo surf che rotea in fondo al mare potrebbe investire qualche pesce palla.

Via | Eco Ideas
Video | Minesto
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Rinnovabili: le linee guida sono finalmente legge

Rinnovabili: le linee guida sono finalmente legge


Dopo quasi sette anni di attesa, e una marea di polemiche, le linee guida nazionali sulle energie rinnovabili sono state pubblicate nella Gazzetta ufficiale n.219 del 18-9-2010.

Per l'esattezza le linee guida erano previste dal famoso D.Lgs 387/03, la madre di tutte le leggi sulle rinnovabili in Italia. Una legge, la 387, che avrebbe dovuto mettere il nostro paese al passo con gli altri compagni e concorrenti europei. Ma non è stato così proprio perchè le linee guida, previste dalla 387 del 2003 insieme a quelle regionali (i cosiddetti Per, piani energetici regionali) si sono fatti attendere troppo mentre i piani regionali man mano venivano approvati.

Si sono creati, così, centinaia di conflitti tra stato e regioni: il primo affermava la piena competenza in fatto di energia, le seconde rispondevano che una legge regionale che c'è vale sempre di più di una nazionale che non c'è ancora. Cioè le famose linee guida.

Che oggi sono legge (o quasi, mancano pochi giorni per l'entrata in vigore), modificano leggermente il decreto stesso che le prevedeva e sono un grosso compromesso dovuto al fatto che, in questi sette anni, sono stati compiuti molti errori anche nel settore dell'energia rinnovabile.

Punto e a capo, speriamo che si possa iniziare un cammino nuovo.

Via | Guri
Foto | Flickr

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Jeremy Rifkin contro la Regione Sicilia: "Mi hanno usato per fare propaganda". Ma mente...



Sarà pure uno dei volti più noti, se non addirittura il più noto, dell'economia verde a livello mondiale con tutti gli impegni che comporta esserlo, ma il Prof. Jeremy Rifkin ci ha messo un po' troppo per sconfessare il Piano energetico ambientale regionale siciliano (Pears).

La vicenda, se non si conoscono i dettagli, potrebbe sembrare strana e Rifkin potrebbe persino uscirne bene. Ma la realtà dei fatti è molto diversa da come la raccontano.

Tutto inizia il 13 aprile 2009 quando, all'interno di una gremita aula magna dell'Università di Palermo, Rifkin "battezza" il piano energetico siciliano accogliendo l'invito del governatore Raffaele Lombardo. Ma è un bluff.

Il piano in questione, infatti, è quanto di più lontano possa esistere dalle tesi di Rifkin. Forse non è nemmeno possibile definirlo un piano: un migliaio di pagine accumulate in un faldone (pronto da anni ma misteriosamente fermo nelle stanze degli ex assessorati regionali all'Ambiente e all'Industria), farcito di tabelle copia e incolla dal sito di Terna e da quello dell'Ufficio nazionale minerario idrocarburi e geotermia (Unmig).

Acerra: inceneritore guasto, torna l'emergenza rifiuti

Acerra: inceneritore guasto, torna l'emergenza rifiuti


Sarà che l'hanno fatto in fretta e furia, con le procedure accelerate della Protezione Civile permesse dallo stato di emergenza rifiuti, ma l'inceneritore di Acerra, dopo appena un anno e mezzo di funzionamento, a quanto pare è già da rottamare. Lo si apprende dal Mattino di Napoli che, oggi, pubblica la notizia che ben due forni dell'impianto sono già in tilt.

Scontato il ritorno dei cumuli di rifiuti nel comprensorio napoletano, secondo il giornale stiamo a 180 tonnellate sparse tra vie e vicoli. Meno scontato è il conto, salatissimo, per tornare alla "normalità termovalorizzata": 10 milioni di euro e sei mesi di lavori.

Se quanto riporta il Mattino di Napoli è vero, soldi compresi, una riflessione è d'obbligo: qualunque cosa ne possiate pensare degli inceneritori, siete e siamo ancora così convinti della loro economicità? Non è che ad Acerra, sotto sotto, hanno fatto un impiantino che si rompe ad orologeria?

Pensare male è peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Anche perchè, come già più volte ha raccontato Marina, nel frattempo gli impianti veramente utili (cioè tutti quelli che servono la raccolta differenziata e per il ciclo integrato dei rifiuti) a Napoli e dintorni mica li hanno fatti: pensate solo che l'umido raccolto in Campania lo spediscono in Sicilia, a Grammichele in provincia di Catania.

Via | Il Mattino di Napoli
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Stati Uniti: il Dipartimento dell'Energia con i Walt Disney Studios per il risparmio energetico



Le buone maniere si imparano da piccoli. E si insegnano nel linguaggio dei piccoli. Anche per questo il Department of Energy (DOE) americano e l'Advertising Council (associazione no profit che si occupa di divulgare messaggi critici anche tramite la pubblicità), per insegnare ai più piccoli il risparmio energetico hanno deciso di rivolgersi ai professionisti del settore: i Walt Disney Studios.

Il risultato di questa collaborazione è duplice: da una parte un sito web (http://www.eere.energy.gov/kids/) dedicato ai bambini americani già "internettizzati" e, dall'altra, una serie di spot televisivi con i principali personaggi Disney che spiegano ai bambini quanto sia importante spegnere le luci, il computer, i videogiochi e chiudere bene il rubinetto dell'acqua.

Sul sito web, inoltre, c'è anche una semplice sezione dedicata alle energie rinnovabili come le biomasse, l'eolico, il solare e persino il geotermico. Certo, si tratta di pochissime informazioni, ma va ricordato che il pubblico al quale sono rivolte è pur sempre quello dei bambini di 8-10 anni.

Tra i consigli forniti ai giovanissimi, infine, ce n'è uno assai importante: leggete le etichette e imparate a conoscere l'Energy Star.

Via | PR NewsWire, DOE
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La pesca industriale mette a rischio alcune specie di pesci nel Mediterraneo

La pesca industriale mette a rischio alcune specie di pesci nel Mediterraneo


I pesci del mar Mediterraneo sono a rischio estinzione? Alcuni sì a sentire gli esperti a cui si è affidata la europa per fare una sorta di monitoraggio della salute del mare nostrum. Secondo Henri Farrugio, che è a capo del comitato scientifico che ha studiato la situazione del Mediterraneo, a correre maggiori rischi sarebbero sogliole, naselli, merluzzi e rane pescatrici. Un po' meglio va per alici e sardine.

La causa della forte sofferenza degli stock di pesce nel Mediterraneo è, e non da oggi, l'eccessiva pesca che supera il ritmo naturale della riproduzione di questi animali:

Il 91% degli stock esaminati risulta sovrasfruttato o pienamente sfruttato. Anche se è vero che esistono stock diversi nelle differenti aree del Mediterraneo, le specie che siamo riusciti a valutare rappresentano il 10% delle risorse ittiche catturate e quindi sono rappresentative a livello commerciale. Tutti gli indici convergono sulla diagnosi e gli esperti stanno lavorando per avere riferimenti più precisi. Ma tutte le simulazioni mostrano che molte specie hanno una mortalità troppo elevata

Così dichiara Farrugio, confermando ciò che già si sa per altre specie di pesci che hanno già avuto l'onore di finire sulla stampa ecologista, come il tonno rosso, pescato in gran quantità nel Mediterraneo per essere poi venduto a peso d'oro in estremo oriente.

Merluzzi, sogliole & Co, però, fino ad oggi non hanno ricevuto la stessa attenzione dello sfortunato collega di navigazione ma, a quanto affermano oggi gli scienziati, forse si dovrebbe iniziare a pensare anche a loro.

Via | Mediterraneo.it
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Pane, birra e grappa dal produttore al consumatore

Pane, birra e grappa dal produttore al consumatoreBuone notizie per i produttori agricoli ma anche per gli amanti della buona tavola e del cibo a chilometro zero: il recente decreto ministeriale 212/2010 permette alle aziende produttrici di orzo di creare una malteria o un birrificio aziendale e di venderne il prodotto (cioè la birra artigianale) con il vantaggio della tassazione agricola.

Il reddito prodotto dalla vendita della birra, in pratica, sarà tassato come quello proveniente dalla vendita dell'orzo a patto che la birra sia fatta con almeno il 51% di malto derivante da orzo prodotto in azienda. La stessa cosa è permessa anche per chi produce grano o uva: i produttori potranno farsi la distilleria o il mulino-panificio aziendale.

L'idea che sta alla base del decreto è quella di far ricadere sugli agricoltori almeno una parte del valore aggiunto delle rispettive filiere, visto che spesso l'uva, il grano o l'orzo si vendono a niente e il vino, il pane o la birra si vendono a peso d'oro.

Il risultato finale, oltre al lato strettamente economico per gli agricoltori, dovrebbe essere quello di moltiplicare le distillerie, i panifici e le birrerie artigianali e semiartigianali che verranno situate all'interno delle aziende che producono le materie prime di birra, grappa e pane.

Se amate la filiera+corta e i cibi a km zero, quindi, è una gran bella notizia.

Via | Confagricoltura
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Eolico: tutte le ultime novità da Italia, America ed Europa

Eolico: tutte le ultime novit�  da Italia, America ed EuropaQualche aggiornamento sugli impianti eolici per i quali, nelle ultime settimane, ci sono importanti notizie. Soprattutto per il grande e grandissimo eolico, i mega parchi che tanto piacciono all'industria e assai poco ai paladini del paesaggio.

Partiamo dagli Stati Uniti dove Portland General Electric (Pge) ha annunciato gli ultimi risultati raggiunti dal parco eolico di Biglow Canyon, nell'Oregon. La centrale già oggi conta ben 217 turbine e una potenza pari a 450 MW. Secondo Pge la produzione media giornaliera del parco è di 150 MWh, pari a quanto conumano 125mila famiglie. Pge, in osservanza con quanto prescrive la legge dell'Oregon, prevede di incrementare ulteriormente la produzione eolica nello stato per raggiungere il 25% di energia elettrica da fonte rinnovabile nel 2025. Ad oggi stiamo quasi al 9%.

In Spagna, invece, si è vicini ai 20mila MW eolici installati che, nel loro complesso, hanno soddisfatto nel primo semestre dell'anno il 17% della domanda spagnola di energia con un picco del 40% nel giorno del 4 di maggio. L'obbiettivo iberico è pari a 38mila MW installati al 2020.

Le "Città del vino" chiedono un piano regolatore per le rinnovabili

Le


Produrre energia da fonti rinnovabili responsabilmente. Con una battuta si potrebbe sintetizzare così la richiesta proveniente dall'associazione "Città del Vino" che vorrebbe una sorta di piano regolatore generale per eolico e fotovoltaico. L'idea, almeno così afferma l'associazione, è quella di far convivere rinnovabili e paesaggio ma, come spiega il presidente Giampaolo Pioli, c'è anche l'aspetto economico:

Quello delle energie rinnovabili e' un tema che interessa sempre piu' da vicino i territori rurali ma, in un momento difficile per l'agricoltura come quello che stiamo vivendo, si corre il rischio che sostituire un vigneto con un impianto fotovoltaico o installare pale eoliche al posto di colture o vicino ad edifici di interesse storico e culturale, possa essere considerato solo una forma di reddito alternativa, senza considerare i gravi danni di immagine per il paesaggio e le pesanti ripercussioni sul turismo. L'obbiettivo e' quello di dare ai sindaci dei territori del vino regole e misure per la gestione urbanistica degli impianti. Siamo assolutamente favorevoli al diffondersi delle energie alternative ma e' necessario che gli strumenti urbanistici dei comuni si facciano carico di scegliere le porzioni di territorio aperto meno produttive e svantaggiate, le aree industriali o di cava dismesse

Così la raccontano, ma non è l'unica versione dei fatti visto che produttori di uva da mosto e produttori di energia rinnovabile si contendono un bene una volta abbondante, oggi un po' meno: i terreni a basso costo. Bisognerà pure ammetterlo, prima o poi, che chi vuole difendere il paesaggio dal presunto assalto delle rinnovabili qualche interesse, anche economico, lo ha.

Ecco, allora, che si chiedono limiti per le rinnovabili mentre, contemporaneamente, si chiedono e si ottengono benefici economici puramente assistenziali per i produttori di uva come la recente vendemmia verde siciliana. Una misura scandalosa perchè, dai primissimi dati disponibili (la vendemmia è iniziata da poche settimane) i risultati sono già pessimi: crollo della superficie coltivata a vigna da mosto senza che ciò abbia il minimo effetto sul prezzo pagato all'agricoltore per l'uva stessa.

E quando neanche l'assistenzialismo riesce a risolvere i problemi dei produttori di uva si teme la concorrenza e si chiedono vincoli nel nome del paesaggio. Come se un impianto fotovoltaico o eolico influisse in qualche modo sulla quantità e sulla qualità di uva prodotta da una vigna. Se almeno così fosse, e ovviamente non può esserlo, richieste come quella dell'associazione Città del Vino avrebbero un senso.

Via | Affari Italiani
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Il Kazakhstan vuole invertire il corso dei fiumi siberiani. Gorbaciov (Green Cross): "Niet!"

Il Kazakhstan vuole invertire il corso dei fiumi siberiani. Gorbaciov (Green Cross): \"Niet!\"


Il presidente del Kazakhstan Nazarbayev vorrebbe mettere in pratica un vecchio progetto, risalente addirittura all'Unione Sovietica di Stalin, che consiste nel deviare tre fiumi siberiani (Ob, Enisej e Lena) invertendone il corso. Secondo i kazaki, infatti, i tre fiumi sfocerebbero "inutilmente" nell'Artico mentre potrebbero essere utilizzati per irrigare le pianure del Kazakhstan, martoriate dalla desertificazione.

Green Cross, associazione ambientalista presieduta dall'ex presidente dell'Urss Michail Gorbaciov che si ispira nei metodi alla più famosa Croce Rossa, pensa che questo progetto sia una pessima idea. E' lo stesso Gorbaciov, infatti, a rivelare di averlo bloccato quando era al potere:

Verso la fine degli anni ’80 sotto la giusta pressione dell’opinione pubblica nascente, avevo bloccato questi progetti faraonici di deviazione dei grandi fiumi siberiani. Oggi il contesto ambientale non è cambiato molto

Oggi, però, il progetto è di nuovo in discussione e sarebbe anche merce di possibile scambio tra Nazarbayev e il presidente Russo Medvedev che, in cambio dell'ok alla deviazione dei fiumi, otterrebbe forti sconti sulle consistenti importazioni di gas naturale kazako. Gas che la Russia importa e immette, insieme al proprio, in un "paniere" di gas a basso costo dedicato all'export in Europa.

Secondo il presidente di Green Cross Italia, Elio Pacilio, si tratterebbe da idee da "apprendisti stregoni":

Bisogna convincere questi nuovi “apprendisti stregoni” ad abbandonare queste idee pericolose per l’ambiente e per gli uomini, siano esse in Asia, Sudamerica o altrove. Sono necessarie una nuova Glasnost e una nuova Perestroika per l’ambiente globale

Via | Green Cross Italia
Foto | Flickr
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Il nucleare ucciderà il progetto desertec? Primi problemi in Algeria e Germania

Il nucleare ucciderà il progetto desertec? Primi problemi in Algeria e Germania

Brutte notizie per il progetto Desertec, il grande (forse troppo) sogno di fornire il 15-20% dell'energia elettrica consumata dall'Europa tramite una immensa distesa di pannelli solari (in gran parte termodinamico collegato a centrali a ciclo combinato a gas o a carbone) installati in Nord Africa.

Due paesi cardine del progetto, l'Algeria e la Germania, potrebbero uscirne a breve. Ma con motivazioni diverse. La Germania non avrebbe un grande entusiasmo nel portare avanti il Desertec per questioni probabilmente economiche e non lo ha inserito nelle linee guida del proprio piano energetico nazionale, recentemente anticipate alla stampa e a agli addetti al settore energia. E, va detto, la Germania avrebbe dovuto essere uno dei maggiori contribuenti dal punto di vista economico.

L'Algeria, invece, farebbe resistenza sia dal punto di vista economico che politico perchè non si vuole trovare con una enorme distesa di pannelli solari di proprietà di investitori esteri sul proprio territorio, temendo di perderne in sovranità territoriale. Per quanto riguarda i costi, invece, a quanto pare preferisce spendere nel nucleare civile, tecnologia per la quale ha già stretto accordi di collaborazione con Francia, Stati Uniti, Cina e Argentina.

La defezione di due dei paesi più importanti del progetto Desertec, a questo punto, potrebbe letteralmente ammazzarlo nella culla. Forse, però, si tratta (o si trattava) di un progetto troppo grande e troppo complesso da gestire sia dal punto di vista economico che, soprattutto, politico.

Via | La Nuova Ecologia, Ecquo
Foto | Desertec Foundation
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Mafia e eolico: maxi sequestro della Dia nel trapanese

Mafia e eolico: maxi sequestro della Dia nel trapanese


Ancora un sequestro dell'antimafia nei confronti di un imprenditore siciliano attivo nelle rinnovabili: la Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Trapani ha, infatti, sequestrato beni per oltre un miliardo e mezzo di euro a Vito Nicastri, imprenditore di Alcamo (Tp).

Secondo la Dia Nicastri sarebbe vicino al superboss mafioso, ancora latitante, Matteo Messina Denaro e gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, fotovoltaico ma soprattutto eolico, sarebbero una delle scelte preferite dai capi mafia per riciclare il denaro sporco.

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha così commentato la notizia del sequestro:

È stata fatta oggi la più grande operazione di sequestro dei beni ad un imprenditore nel Trapanese considerato vicino al boss Matteo Messina Denaro


Via | La Sicilia
Foto | Flickr
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Kutcherov: "Il petrolio è infinito, l'eolico è una moda". Sgarbi: "Eolico e fotovoltaico sono un miraggio"

Kutcherov: \"Il petrolio Ã�¨ infinito, l\'eolico Ã�¨ una moda\". Sgarbi: \"Eolico e fotovoltaico sono un miraggio\"E venne il giorno di Vladimir Kutcherov a Salemi, ospite del sindaco Vittorio Sgarbi per il convegno "La minaccia all’integrità del paesaggio e le energie rinnovabili". Kutcherov, per chi non lo sapesse, è professore al Royal Institute of Technology di Stoccolma ed è il massimo esponente della teoria abiogenica del petrolio. Teoria secondo la quale gli idrocarburi non si formano a causa della decomposizione del materiale organico nel corso dei millenni bensì nascono da semplici reazioni chimiche che avvengono a grande profondità sotto i nostri piedi.

Non è un caso che il professore russo, la cui teoria non ha molti estimatori, sia stato invitato da Sgarbi a Salemi: al contrario, l'intero convegno è stato organizzato con l'intenzione di fare un po' di cattiva pubblicità alle rinnovabili e molta buona pubblicità alle estrazioni petrolifere. Anche se, oggi, Sgarbi cerca di dissimulare le sue intenzioni per come le aveva espresse appena pochi giorni fa:

Non sono per il petrolio contro l’eolico come banalmente qualcuno tenta di semplificare. Sono contro le menzogne, contro le finzioni, sono contro quelli che dicono una cosa e tutti gli corrono dietro. La menzogna è nel miraggio dell’eolico e del fotovoltaico. Kutcherov ci dice che la produzione di energia solare oggi è la più costosa, più del doppio del petrolio, e che è insostenibile economicamente


Sarà, ma la settimana scorsa aveva invitato gli industriali a trivellare il Val di Mazara invece di riempirla di pale eoliche e parchi fotovoltaici. Kutcherov, invece, a Salemi non ha detto nulla di nuovo e ha ribadito il suo rifiuto per la teoria del picco del petrolio:

In Lombardia nuovo impianto di biogas che riduce anche l'inquinamento

In Lombardia nuovo impianto di biogas che riduce anche l'inquinamento


Inaugurato a Martinengo (in provincia di Bergamo) un nuovo impianto di produzione di biogas dai rifiuti della filiera zootecnica lombarda. Realizzato con gli sforzi di dieci imprese zootecniche riunite nell'Agroenergie Bergamasche Sca, l'impianto prende i classici due piccioni con una fava.

Da una parte produce biogas, utile per produrre energia elettrica, dall'altra abbatte l'inquinamento da nitrati derivante soprattutto dalla gran quantità di letame prodotto dagli animali d'allevamento. Nitrati che, se non opportunamente trattati, rischiano di infiltrarsi nei terreni e andare a finire nelle falde acquifere.

La legge, però, è molto stringente sulle quantità di nitriti e nitrati presenti nelle acque potabili e, per tanto, questi residui chimici della decomposizione del letame potrebbero rendere inutilizzabili per l'uso umano molte falde. Ragionevole, per questo, la soddisfazione dell'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, Giulio De Capitani:

Il Biogas in Lombardia non è solo un'energia, ma molto di più. Significa rispetto per l'ambiente, ma è anche elemento di grande sviluppo economico per le nostre aziende. La nostra regione è leader nazionale in questa tecnologia. Un settore con numeri importanti e in costante crescita: 90 sono gli impianti in funzione e oltre 120 quelli già programmati. Biogas e digestione anaerobica degli affluenti di allevamento sono un mezzo per assicurare un futuro ecosostenibile a una moderna zootecnia, contribuendo a garantire contemporaneamente il necessario rispetto dei parametri ambientali: la qualità delle acque, la qualità dell'aria e la stessa qualità del suolo


Soddisfatti anche gli allevatori che, oltre al latte e alla carne, adesso possono vendere anche un po' di energia elettrica. In tempi di crisi della zootecnia, come questi, non è male.

Via | Regione Lombardia
Foto | Flickr
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Trivellazioni petrolifere, la Cgil siciliana: "La Sicilia non è il Texas"

Trivellazioni petrolifere, la Cgil siciliana:


Anche la Cgil regionale siciliana contro la nuova ondata di trivellazioni, a terra come a mare, nel territorio siciliano. In una nota stampa, infatti, il responsabile del Dipartimento Energia e Ambiente del sindacato, Alfio La Rosa, puntualizza che la Cgil ha cambiato rotta e indirizzo rispetto al passato: al ricatto "più petrolio o meno occupazione", in pratica, i sindacalisti non ci credono più:

Il Sindacato non può e non potrà accettare il ricatto tra la tutela dell’ambiente ed il mantenimento dell’occupazione, soprattutto, se proviene da aziende che hanno e continuano a sfruttare ampiamente le risorse del territorio, senza procedere al completamento delle bonifiche del terreno e delle acque inquinate.


Il riferimento, per chi non l'avesse capito, è all'Eni che, non ostante i piani aziendali e i soldi stanziati dal Ministero dell'Ambiente ancora non fa le bonifiche a Gela e in altri siti industriali siciliani di sua competenza. Posizione, tuttavia, poco ideologica e molto pratica perchè subito stemperata da un ritorno alla realtà dei fatti:

Naturalmente, con la produzione e lo sfruttamento di idrocarburi dovremo convivere ancora per parecchio tempo, ma dobbiamo agire con l’obiettivo di ribaltare la produzione siciliana ancor oggi troppo legata al petrolio ed al gas, pertanto non va criminalizzata ogni tipo di trivellazione, sia per quelle già operanti o per altre che possono essere attivate, purché non creino danni e garantiscano la tutela dei beni culturali ed ambientali del territorio

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